VI

Gesù asciugato dalla Veronica

Rodolfo Gambini - 1913

Dal libro del profeta Isaia

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me.

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Gesù lascia l’immagine del suo viso sul candido lino della Veronica. Un volto che non si può dimenticare, che non si può cancellare. E’ un volto impresso nelle nostre carni, un milione di uomini provati dall’abbandono, dalla sofferenza, dalla fame. Il delicato pensiero di quella donna coraggiosa ha avuto una ricompensa stupenda. Così anche per noi, se vedremo il volto del Sofferente nei nostri fratelli sofferenti.