Storia

Le origini

Le origini dell’antica pieve di Ceta (dal monte vicino, ora detto “Rivà”) sono incerte, a causa dell’assenza di documenti relativi alla sua nascita. La denominazione “pieve”, tuttavia, indica l’Alto Medioevo come possibile origine della chiesa parrocchiale. Con questo termine, infatti, in epoca medievale si indicano le circoscrizioni ecclesiastiche in cui è suddivisa una diocesi, le cui cappelle e parrocchie fanno capo a una chiesa detta, appunto, pievana.

Inizialmente, per tutti gli abitanti del territorio della pieve, il battesimo può essere amministrato solamente nella chiesa matrice, ragione per cui le chiese pievane vengono chiamate anche battesimali. 

A capo della pieve vi è un arciprete, che svolge le funzioni di un piccolo vescovo a cui spettano la nomina e la cura dei parroci a capo delle parrocchie dipendenti e il dovere di visitare le chiese appartenenti alla pieve, dove viene ricevuto con l’acqua benedetta e al suono delle campane.

L’arciprete è coadiuvato nelle attività dai canonici, tra cui, prima dell’istituzione dei seminari, vengono scelti i futuri sacerdoti.

Come frequente nella diocesi di Tortona, la chiesa sorge fuori dal paese, in posizione equidistante da tutti i centri abitati della pieve, il cui territorio comprende la cella monastica di san Gregorio di Ceta e le parrocchie di san Giorgio di Busalla, san Martino di Ronco Scrivia, san Michele di Isola del Cantone e san Lorenzo di Fraconalto.


I primi documenti

Il primo documento scritto che attesta l’esistenza della pieve è una pergamena del 13 giugno 1208, con la quale il vescovo di Tortona Opizzone concede all’abate di Rivalta Scrivia Ottone il permesso di costruire l’abbazia cistercense di santa Maria al Porale, di cui oggi rimane soltanto la cappella, appartenente alla parrocchia di Ronco Scrivia.

Con la bolla di Papa Innocenzo IV, il 3 giugno 1248 le pievi di Ceta, Voltaggio, Capriata e Gavi vengono sottratte alla giurisdizione della diocesi di Tortona e aggregate a quella di Genova. Lo scorporamento è testimoniato successivamente da tre documenti risalenti al 1250: il primo, del 1º gennaio, con cui prete Guglielmo, parroco di san Martino di Ronco Scrivia, rassegna le dimissioni dalla parrocchia all’arciprete Giovanni di santa Maria di Ceta; il secondo, del 10 gennaio, con cui l’arciprete Giovanni nomina Alberico Piacentino nuovo parroco di Ronco Scrivia; il terzo, sempre del 10 gennaio, con cui prete Guidone, cappellano di san Lorenzo in Genova, viene eletto canonico di santa Maria di Ceta.


I registri parrocchiali e la visita di Mons. Bossi

L’assenza di documenti ci porta al 1º ottobre 1580, data in cui l’arciprete Giorgio Morando dà inizio ai registri parrocchiali con l’annotazione del primo atto di battesimo, riportato di seguito:

«Io p. Giorgio Morando arciprete della Pieve di St. Maria del Borgo delli Fornari, domus Spinole, ho battezzato con il nome del padre Geronimo Christofa seporina, furono compari Ianeto del viale del quondam biaxo e geronima del q. Bartolomeo Carano.»

Nel 1582 la pieve viene visitata da mons. Francesco Bossi, vescovo di Novara. La chiesa è in pessimo stato e parecchi elementi non sono conformi alle norme stabilite dal concilio di Trento; in particolare, nella relazione di mons. Bossi viene ordinata la demolizione dell’altare di san Michele per la costruzione della sacrestia, l’ingrandimento degli altari di san Martino e di san Giovanni, l’adeguamento dell’altare di santa Maria e dell’altare maggiore, la riparazione del confessionale e del tetto e la ricostruzione del battistero.

Nella relazione viene nominato anche il cimitero, ubicato nel piazzale che circonda la chiesa, dove vengono seppelliti i defunti che non hanno già una tomba di famiglia in chiesa e non appartengono a nessuna confraternita. Un atto del 1587, infatti, testimonia la presenza di sepolcri dentro le mura della chiesa, appartenenti alla confraternita di san Sebastiano, alla società del santo Rosario e alle famiglie Bottino, donatrice dell’altare di san Michele, e Olivieri.

Nel 1582 mons. Bossi visita anche l’oratorio di san Sebastiano e la cappella di san Pantaleo a Vallecalda. In entrambi i casi, viene richiesta la ricostruzione dell’altare maggiore.


La costruzione della nuova chiesa parrocchiale

Nel 1625, durante la guerra tra il ducato di Savoia e la repubblica di Genova, l’antica chiesa viene danneggiata dalle milizie di Carlo Emanuele I. Intorno al 1650 l’edificio viene quindi abbattuto e nel 1666, sotto il patronato degli Spinola, viene eretta l’attuale chiesa parrocchiale. L’edificio è soggetto a un rifacimento nel Settecento in seguito a un incendio appiccato dagli austriaci; in rovina all’inizio dell’Ottocento, è nuovamente restaurato.

Divenuto ormai insufficiente il vecchio cimitero, nel 1887 la confraternita di san Sebastiano sostiene le spese per la costruzione di un nuovo cimitero sulla collina davanti alla chiesa, dove si trova tutt’oggi.

Nel 1889 nella chiesa sono presenti sette altari. Il primo a destra dell’ingresso è dedicato a san Giuseppe, mentre lo stesso, prima del 1771, era dedicato a santa Lucia. Il secondo è dedicato a san Giovanni Battista e il terzo, a capo della navata, a Nostra Signora del Rosario. A sinistra, il primo altare, prima dedicato a san Carlo Borromeo, dal 1838 è destinato al culto di san Francesco d’Assisi. Il secondo altare è dedicato al Santissimo Crocifisso e in capo alla navata, dove originariamente si trovava l’altare di san Michele, è posto l’altare dedicato a Nostra Signora Assunta, costruito nel 1876 sotto il patronato dell’arciprete Giuseppe Poggi.

L’altare maggiore, rimasto immutato dal 1666, è l’unico in marmo con balaustra anch’essa in marmo.


Il rinnovamento del 1913

Per volontà dell’arciprete Giovanni Roggerone, nel 1913 la chiesa viene completamente rinnovata e decorata con gli affreschi che possiamo ammirare tutt’oggi. Le parti affrescate e la Via Crucis sono opera del pittore Rodolfo Gambini.

Nel 1956 l’edificio è sottoposto a ulteriori interventi di restauro commissionati dall’arciprete Carlo Rossi.


Gli ultimi interventi

Tra il 1983 e il 1985 vengono eseguiti gli ultimi interventi conservativi e di rafforzamento, con il rifacimento del tetto e dell’intonaco perimetrale, il consolidamento del campanile, il restauro degli affreschi e degli stucchi e la collocazione di un nuovo altare in marmo nel presbiterio.

L’organo a canne, risalente al XVIII secolo, viene restaurato nel 2006.

Nel 2012 viene installato un nuovo sistema di azionamento manuale delle campane dall’associazione campanari Genova Carillons.

Nel 2019 viene commissionata una nuova scultura lignea dell’Assunta, da utilizzare durante la processione della festa patronale. La statua, consegnata alla parrocchia il 3 agosto 2020 e benedetta il 15 agosto dello stesso anno durante la santa Messa della solennità dell’Assunzione di Maria, viene incoronata il 14 febbraio 2021 dall’arcivescovo di Genova mons. Marco Tasca.

La pieve e Borgo Fornari in una carta del 1648
La pieve e Borgo Fornari in una carta del 1648

La chiesa negli anni '50

L'interno della chiesa dopo i restauri del 1956

Elenco cronologico dei parroci

… – 1214 – … Giacomo

… – 1239 – … Pagano

… – 1248 – … Giovanni

… – 1300 – 1310 Giacomo

1310 – … Norando

… – 1351 – … Nicolò

… – 1497 Giacomo Gritto

1497 – 1501 Gabriele De Nazariis

1501 – … Oberto Trucco

1580 – 1588 Giorgio Morando

1589 – 1599 Giovanni Lasagna

1599 – 1622 Benedetto Poggi

1622 – 1626 Economato

1626 – 1636 Giovanni Ottavio De Leonardi

1636 – 1656 Andrea Montessoro

1656 – 1688 Innocenzo Olivieri

1688 – 1723 Valentino Olivieri

1723 – 1739 Giacomo Filippo Morello

1739 – 1747 Giovanni Battista Bargagli

1747 – 1788 Gian Gerolamo Poggi

1788 – 1803 Giuseppe Laviosa

1803 – 1804 Stefano Durazzo

1804 – 1818 Giovanni Battista Olivieri

1818 – 1820 Economato

1820 – 1834 Agostino Becchi

1834 – 1839 Girolamo Campanella

1840 – 1861 Luigi Costa

1861 – 1885 Giuseppe Poggi

1885 – 1914 Giovanni Roggerone

1914 – 1952 Giovanni Piana

1952 – 1980 Carlo Rossi

1980 – 1995 Silvio Lagorio

1995 – 2001 Giovanni Battista Guastavino

2001 – 2012 Michael Grosz

2012 – 2022 Fabrizio Parlante

2022 – Presente Lorenzo Nanni